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Giocare con i propri bimbi e aiutarli a ripulire e sistemare una volta terminato il gioco li supporta nello sviluppo delle capacità di controllo delle emozioni, gettando le basi per un rapporto equilibrato con il cibo. Un meccanismo virtuoso che può favorire il mantenimento di un sano peso corporeo nel corso dell’infanzia, prevenendo sovrappeso e obesità infantile.
Emozioni in gioco
È quanto stabilito da uno studio dei ricercatori della Pennsylvania State University (Stati Uniti), condotto su 108 madri e i loro bambini di 18 mesi e pubblicato sulla rivista medica International Journal of Obesity. Al primo incontro con i ricercatori i bimbi sono stati pesati e sottoposti a test progettati per misurare il loro temperamento e le loro capacità di controllo delle emozioni. Alle madri e ai bambini è stato poi chiesto di giocare liberamente per cinque minuti prima che un ricercatore segnalasse che era ora di rimettere in ordine: durante quest’ultimo esperimento i ricercatori hanno monitorato il comportamento delle mamme relativamente a quanto fossero responsive durante il gioco libero con i loro bimbi, misurando anche la frequenza con cui guidavano i piccoli durante le attività di riordino e di pulizia e il tipo di tono di voce utilizzato (positivo o neutro).
Riscontri positivi
Tre anni dopo, all’età di quattro anni e mezzo, i bambini sono stati nuovamente pesati dai ricercatori e di ciascuno è stato calcolato l’indice di massa corporea. Dopo aver incrociato i dati con quelli raccolti nella prima sessione della ricerca, gli studiosi hanno potuto constatare che i bambini le cui madri erano più responsive durante il gioco libero e utilizzavano un tono di voce più gentile durante il riordino avevano maggiori probabilità di avere un indice di massa corporea inferiore e quindi correvano meno rischi di andare incontro a obesità infantile.
Autocontrollo più sviluppato
“Se i genitori aiutano i loro figli a imparare ad autoregolarsi, i bambini potranno utilizzare quelle abilità acquisite in molte altre situazioni, incluso il mangiare”, spiega Cynthia Stifter, docente di psicologia e sviluppo umano della Pennsylvania State University. “Una buona autoregolamentazione può aiutare un bambino a non fare i capricci, ma può anche impedirgli di mangiare troppo. Costruire queste abilità è frutto di un processo che non è autonomo, ed è lì che i genitori possono intervenire”.