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Quando mamma e papà notano che il proprio figlio ha i linfonodi ingrossati entrano subito in allarme. In realtà, nella maggior parte dei casi sono sintomi di un’infezione facilmente curabile. Lo hanno ribadito anche gli esperti presenti al Congresso italiano di pediatria. Nel corso del dibattito, la Società italiana di infettivologia pediatrica (SITIP) ha anche presentato le nuove linee guida per la gestione delle linfoadenopatie in età pediatrica.
Che cosa sono
I linfonodi sono piccole masse globose, costituite da tessuto linfatico, di grandezza variabile da un piccolo pisello a una nocciola. Sono disseminati un po’ ovunque nel corpo umano, soprattutto nella regione ascellare e inguinale. Quando si instaura un’infezione, all’interno del linfonodo si riproducono gli anticorpi (cellule destinate a combattere gli antigeni): come conseguenza il linfonodo si ingrossa e non si “sgonfia” fino al momento della guarigione.
Dipendono quasi sempre da un’infezione
Nei bambini, il tessuto linfatico è più abbondante che negli adulti. Ecco perché può succedere facilmente che i linfonodi si ingrossino. Nella quasi totalità dei casi, le linfoadenopatie, cioè le alterazioni dei linfonodi in termini di dimensione, numero e consistenza, dipendono da un’infezione virale o batterica e si risolvono da sole nell’arco di quattro-sei settimane.
I segnali da osservare
“Le nuove linee guida rappresentano uno strumento utile nella diagnosi e nel trattamento a domicilio e in ospedale del bambino con linfoadenopatia della testa e del collo e hanno lo scopo di selezionare, alla luce delle migliori prove scientifiche disponibili, gli interventi più efficaci e sicuri per la gestione e le cure di queste patologie” ha spiegato Susanna Esposito, presidente della SITIP. Secondo gli esperti, sono tre i parametri da considerare nella diagnosi delle linfoadenopatie: la dimensione del linfonodo, l’età del bambino e i sintomi associati. Per quanto riguarda la grandezza dei linfonodi, è bene chiedere accertamenti se il diametro è superiore a 1 cm nella zona cervicale o ascellare e 1,5 cm nella zona inguinale.
Attenzione agli altri disturbi
Gli altri disturbi presenti possono aiutare a capire la malattia alla base: in presenza di febbre, rinite, tosse, eruzione cutanea o congiuntivite si può sospettare un’origine virale, mentre graffi di animali domestici possono dare origine a un’infezione batterica. Anche l’età fornisce indicazioni utili. Per esempio, occorre sapere che nei bambini di età compresa fra uno e quattro anni, sono molto diffuse le infezioni batteriche.