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Sono farmaci essenziali per combattere le infezioni di origine batterica. Purtroppo, però, spesso gli antibiotici vengono usati a sproposito. A quanto pare, soprattutto in Italia. Lo rivela una Consensus Conference della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Paediatric Respiratory Reviews.
Gli ultimi dati fanno preoccupare
Secondo i dati raccolti dagli esperti, l’Italia si piazza ai primi posti della speciale classifica europea sugli stati con il maggior consumo di antibiotici in età pediatrica. Nel nostro paese questi farmaci sono utilizzati soprattutto per trattare le infezioni respiratorie, come riniti, influenza e tonsilliti.
Prescritti dal medico, ma i genitori “spingono”
Nella maggior parte dei casi gli antibiotici vengono prescritti da un medico: il 61,2% delle prescrizioni è effettuata dal pediatra e il 27,5% dal medico di famiglia (27,5%). Oltre il 33% delle ricette riguarda i bambini in età prescolare. Sono principalmente due le ragioni che spingono il medico a consigliare questi farmaci: la difficoltà di fare una diagnosi precisa e le pressioni dei genitori.
Batteri più resistenti
Attenzione, però, alle conseguenze: l’Italia, infatti, è fra gli Stati con i livelli più elevati di antibiotico-resistenza, soprattutto verso lo Streptococco, lo Stafilococco, l’Enterococco, l’Escherichia coli, la Klebsiella e la Pseudomonas. E, non a caso, il fenomeno è più diffuso nelle aree in cui si consumano molti antibiotici, ossia le regioni del Centro e del Sud. Ecco perché gli esperti della Sipps, insieme a quelli dell’Aiot (Associazione medica italiana di omotossicologia), hanno ribadito l’importanza di un uso oculato e intelligente degli antibiotici. L’Aiot ha ricordato, inoltre, che in molti casi si possono utilizzare i medicinali di origine biologica. Infatti, hanno un duplice vantaggio: da un lato offrono cure davvero mirate ed efficaci e, dall’altro, riducono gli effetti collaterali dovuti a trattamenti non personalizzati.