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La febbre è un sintomo molto frequente nei bambini, soprattutto nei primi mesi e nei primi anni di vita, quando le malattie infettive ne rappresentano la causa preponderante. A volte però si presenta senza una causa apparente mettendo ancora di più in allarme i genitori. Nella maggior parte dei casi, infatti, il rialzo della temperatura corporea ha una causa facilmente riconoscibile, come le infezioni respiratorie o intestinali. Quando, però, la febbre è periodica o ricorrente, potrebbe essere la manifestazione di un disturbo più serio, come, per esempio, una malattia autoinfiammatoria o autoimmune, che deve essere indagata e trattata nel modo più tempestivo e preciso possibile. La febbre di origine sconosciuta (FUO, Fever of Unknown Origin) è caratterizzata da un’elevazione della temperatura corporea al di sopra di 37,9° C e può persistere per settimane senza un’apparente spiegazione.
Un centro al Policlinico di Milano
A Milano opera un centro specializzato per i casi di FUO nei bambini presso l’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura del Policlinico dell’Università degli Studi. Si tratta di un ambulatorio specializzato nel trattamento dei soggetti a rischio o che necessitano di un iter diagnostico-terapeutico complesso. I casi di febbre di origine sconosciuta sono più difficili da diagnosticare nei bambini di età inferiore ai 3 anni, soprattutto quando non vi sono sintomi o reazioni evidenti o quando, come avviene in presenza di malattie autoinfiammatorie associate a febbre periodica, si assiste a un completo benessere del bambino nei periodi che intercorrono tra un episodio febbrile e l’altro.
La sindrome di Kawasaki
La FUO può essere sintomo anche di malattie rare, tra cui la malattia di Kawasaki, una vasculite acuta sistemica che colpisce i vasi di medio e piccolo calibro di tutti i distretti dell’organismo. Nell’80% dei casi colpisce neonati e bambini di età inferiore ai 5 anni, con una lieve preponderanza per il sesso maschile, ed è caratterizzata da febbre per più di 5 giorni. Inizialmente è difficile da diagnosticare. La complicanza più temibile è rappresentata dagli aneurismi coronarici. La malattia può durare fino a tre mesi e avere conseguenze sulla salute future.