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È sufficiente osservare gli scaffali di una farmacia per rendersi conto di quanti farmaci ci siano in commercio. E molti sono destinati ai più piccoli. Eppure, per curare le malattie tipiche dell’infanzia ne basterebbero molti meno. In effetti, praticamente tutti i genitori hanno provato in prima persona che la relazione fra farmaci e bambini è meno complessa del previsto: poche molecole aiutano a guarire un gran numero di malanni. Ora arriva anche la conferma ufficiale: una ricerca condotta dall’istituto Mario Negri di Milano, pubblicata sulla rivista Acta Pediatrica.
La ricerca ha coinvolto 64 pediatri
Gli autori hanno esaminato le ricette prescritte da 64 pediatri della regione Lombardia nell’arco di due mesi. Sono state considerate sia le prescrizioni relative ai farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale sia quelle riguardanti i medicinali di fascia C a pagamento, molto usati dai medici. Lo scopo era trovare maggiori informazioni in merito al tema farmaci e bambini.
I più usati? Gli antibiotici
Dall’analisi dei risultati è emerso che in totale sono stati prescritti 381 medicinali differenti. Le classi più utilizzate? Gli antibiotici (43,8% dei casi), seguiti dai farmaci contro l’asma (12,9%) e dagli antistaminici (11,8%).
Molti medicinali sono delle fotocopie
Tuttavia, solo una minima parte di questi farmaci è stata prescritta con una certa frequenza. La ricerca ha svelato che per la cura delle malattie più comuni, i pediatri raccomandano soprattutto una quarantina di molecole, fra quelle rimborsate e quelle a pagamento. E non tutte sono necessarie. “Di queste 38 molte hanno lo stesso meccanismo d’azione, come molti antibiotici e antiasmatici; quindi in realtà gli essenziali sarebbero massimo 20 categorie diverse, a fronte di un mercato molto più vasto fatto di fotocopie l’uno dell’altro” ha spiegato Antonio Clavenna, farmacologo al laboratorio della salute materno-infantile dell’Istituto Mario Negri.
Meglio usare le molecole collaudate
Gli esperti hanno concluso che l’argomento farmaci e bambini merita molti approfondimenti e riflessioni. Fortunatamente, comunque, ci sono molti dati incoraggianti. “I dati in nostro possesso confermano che il pediatra tende a usare i farmaci consolidati, sicuri e testati, soprattutto per le malattie comuni. Ci sono anche dei farmaci ridondanti o ripetitivi in termini di meccanismo d’azione rispetto ad altri, messi in commercio anche per l’età pediatrica sulla base di sperimentazioni fatte soprattutto sugli adulti. Se non è strettamente necessario prescrivere farmaci nuovi, dunque, è sempre bene preferire quelli più collaudati” ha commentato Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip).