Argomenti trattati
Somministrare farmaci ai bambini: un tema sempre al centro dell’attenzione. Perché ciò che colpisce non è soltanto l’aumento impressionante di bimbi dipendenti dalle medicine, ma anche quanti minori siano vittime di errori di somministrazione incauta o errata da parte degli adulti, ovviamente involontaria ma non per questo meno pericolosa.
Numeri impressionanti
Gli effetti nefasti della somministrazione incauta di farmaci ai bambini, sono supportati da una serie di dati allarmanti. Sono, infatti, 63.000 all’anno, 192 al giorno, 8 all’ora (uno ogni 8 minuti) i bimbi di età inferiore ai 6 anni che negli Usa restano vittime di errori nella somministrazione di medicine da parte di genitori, nonni, educatrici e baby sitter…
I risultati dello studio
Tali preoccupanti numeri derivano da uno studio pubblicato su Pediatrics e condotto dai ricercatori dell’Ohio State University College of Medicine e del Nationwide Children’s Hospital. Queste prestigiose équipe di studiosi hanno preso in considerazione i dati arrivati dai centri antiveleni tra il 2002 e il 2012. Da questi numeri si evince che quasi duecento bimbi al giorno sono vittime di errori e sviste riguardanti medicine e trattamenti medici fai-da-te. Ma, come precisa Huiyun Xiang, direttore del Center for Pediatric Trauma Research dell’ospedale, essendo questi dati ufficiali, in realtà il problema è ancora più ampio considerando tutti i casi non pervenuti ai centri antiveleni nazionali.
Paracetamolo e ibuprofene: gli imputati
Tra gli errori di somministrazione di farmaci ai bambini, spiccano quelli riguardanti due sostanze antipiretiche quali ibuprofene e paracetamolo. Entrambi molto usati per trattare affezioni febbrili e stati infiammatori dei più piccoli, questi farmaci vengono però spesso abusati, addirittura raddoppiando il dosaggio per svista e dimenticanza. Il pericolo, dunque, insorge a causa degli effetti indesiderati del sovradosaggio: vomito, dissenteria, ipotensione, sonnolenza, rash cutanei.
Rischio maggiore per i più piccoli
I dati hanno poi mostrato che chi corre i rischi maggiori rispetto alla somministrazione errata di farmaci, sono i bambini più piccoli, ovvero i bimbi sotto l’anno di età. In percentuale, infatti, questi ultimi rappresentano addirittura il 25% di tutti gli incidenti riferiti ai centri antiveleni. Le motivazioni possono essere svariate, tra queste spicca però l’”ansia da febbre” molto comune tra le mamme e le nonne. La paura è sempre quella delle convulsioni, che possono insorgere quando la febbre non scende. In questi casi, è possibile che i genitori o i nonni somministrino due volte l’antipiretico, nel dubbio che non abbia fatto effetto. Emerge, quindi, quanto sia fondamentale restare sempre calmi e lucidi, affidandosi solo al parere dei pediatri o della guardia medica, dimenticando il fai-da-te.
Rivolgersi sempre ai centri antiveleni
Qualora insorga il dubbio di aver somministrato un farmaco due volte al proprio bimbo o di avere sbagliato il dosaggio (in caso di gocce o sospensione orale), è necessario chiamare subito il centro antiveleni più vicino a casa, iniziando a esporre la situazione al telefono. Gli esperti consiglieranno in merito: a volta basta attendere osservando il bambino (e magari ricorrendo al carbone attivo, che andrebbe sempre tenuto in casa), altre volte è necessario recarsi immediatamente in ospedale. Il numero del centro antiveleni va conservato sempre sia in borsa sia in casa, ben visibile (per esempio, vicino al telefono).