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Consapevoli di dover prendere una decisione, calcolano rischi e benefici e solo dopo stabiliscono come comportarsi: secondo una ricerca dell’Università di Washington pubblicata sulla rivista medica Cognition, sin da piccolissimi i bambini hanno capacità decisionale e scelgono come agire in base a quanti sforzi intendono profondere o al gradimento per la situazione in cui si trovano. “A metà del secondo anno di vita – conferma Jessica Sommerville, autrice principale dello studio – i piccoli già prendono decisioni in ambito sociale molto sofisticate”.
Come i più grandi
“I risultati del nostro studio – continua Sommerville – suggeriscono che i bimbi sono in grado di soppesare più fattori nel decidere se aiutare o meno qualcuno, allo stesso modo di come fanno gli adulti e i bambini più grandi”. Dalla ricerca è emerso anche che, a tutti gli effetti, attuano una sorta di calcolo di “costi” e “ricavi” delle loro azioni, mostrando di avere una capacità decisionale simile a quella dei grandi.
Il calcolo dello sforzo
I ricercatori hanno sottoposto 160 bambini di circa 18 mesi a diversi esperimenti sulla capacità decisionale, per comprendere se e come i piccoli scelgono di aiutare un adulto in due diverse situazioni. Nel corso del primo test uno sperimentatore, alle prese con la costruzione di una torre di blocchi di diverso peso, ha chiesto ai piccoli di aiutarlo andando a prendere un blocco mancante, che poteva essere pesante o leggero: ebbene, è emerso che ben il 67% dei bambini a cui era stato assegnato un blocco leggero aveva esaudito la richiesta dell’adulto, contro il 38% dei piccoli cui era stato assegnato quello più pesante.
Il gradimento fa la differenza
Con il secondo esperimento gli studiosi hanno voluto indagare la motivazione intrinseca coinvolta nella capacità decisionale, e in particolare il gradimento da parte del bambino per la situazione e per le persone coinvolte. Sono state quindi create, tra bambino e adulto, simulazioni di “preferenza condivisa” in cui avevano interesse per lo stesso gioco, e di “preferenza opposta”, in cui avevano invece interesse per intrattenimenti diversi. I ricercatori hanno quindi calcolato che nel primo scenario ben il 75% dei piccoli aveva portato al ricercatore il blocco mancante per la costruzione della torre, contro il 57% del secondo caso, mettendo così in evidenza che nelle decisioni da prendere sul come comportarsi i bambini soppesino, oltre che lo sforzo fisico da compiere, anche il gradimento per la circostanza e per gli individui coinvolti.