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Nei primi anni di vita le ustioni sono molto comuni, soprattutto a seguito di incidenti domestici, sebbene non sia uno dei primi pericoli cui si pensa quando si parla di bambini piccoli. E, invece, le ustioni sono molto più comuni di quanto si crede comunemente.
Un evento frequente
Le ustioni costituiscono un evento abbastanza frequente in Italia. In totale, nel nostro Paese, ogni anno circa 400 persone muoiono proprio a causa di bruciature, nel 70% dei casi procurate nell’ambiente domestico. Anche leggendo i dati “al contrario”, emerge che il luogo più a rischio è la casa: di tutte le morti causate da incidenti domestici il 16% è provocato da ustioni.
Più comune nell’infanzia
L’infanzia costituisce un periodo particolarmente a rischio: l’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni. I più colpiti sono i piccolissimi: il 71% dei ricoveri per ustione in età pediatrica riguarda bambini di età inferiore a quattro anni. In effetti, i bimbi con pochi mesi sono meno consci del pericolo, sono curiosi di scoprire il mondo e sono più goffi e incerti nei movimenti: un mix che attira inevitabilmente i guai.
L’ambiente più a rischio è la casa
Ancora una volta, è il luogo che dovrebbe rappresentare un rifugio sicuro per il bambino a trasformarsi in una trappola: in oltre la metà dei casi, le morti dovute a ustioni derivate da incidenti domestici riguardano bambini con meno di quattro anni. I colpevoli? Il 25% degli incidenti è dovuto all’acqua bollente. Seguono alimenti e bevande calde (18%), oggetti roventi, come forni, fornelletti e ferri da stiro (11%), apparecchi da riscaldamento (5%), olio da cucina bollente e fiamme libere (4%). Gli incidenti avvengono prevalentemente in casa non perché le abitazioni siano ambienti meno sicuri di altri. Semplicemente si tratta dei posti in cui i bimbi piccoli trascorrono la maggior parte del loro tempo