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Il piccolo a questa età in genere possiede una buona padronanza dei suoi movimenti e sa spostarsi nello spazio in modo autonomo, anche se un po’ incerto. I miglioramenti sono rapidi e imprevisti.
Inizia a stare in posizione eretta e a camminare
All’inizio ha bisogno che qualcuno, come la mamma o il papà, lo tenga per mano, o di un mobile, come il divano, cui appoggiarsi, poi impara gradualmente a camminare da solo, anche se per qualche tempo con un’andatura ancora incerta ed esitante. La sua posizione è piuttosto buffa: gambe divaricate, piedi a papera e braccia agitate per non perdere l’equilibrio. Que-sti primi passi segnano per lui l’inizio di una nuova indipendenza e di nuove conquiste. Quando si solleva da terra, il piccolo usa una “tecnica” strana: punta le mani sul pavimento, fa leva sulle braccia, alza in aria il sederino e raddrizza le gambe. E, con un colpo di reni, torna di nuovo in piedi.
Il piccolo impara anche a cadere senza farsi male: se cade a pancia in giù tende istintivamente ad allungare le manine in avanti per proteggersi, mentre quando cade all’indietro piega le gambine e si siede sul pannolone, per attutire il colpo.
- Affronta le scale
- Comincia a correre
- Si sposta per prendere un oggetto
Già intorno ai dodici mesi di vita le sue mani possiedono capacità decisamente più raffinate: il piccolo è in grado di tenere con una mano sola il biscotto o il biberon e riesce a prendere con due dita un oggetto molto piccolo. La sua impulsività lo spinge a infilare le dita in ogni fessura: è importante stare molto attenti che il bimbo non incappi in qualche pericolo.
Esprime con il volto i suoi sentimenti
Il piccolo impara a esprimere i sentimenti con la mimica del volto: sorride se è felice, sgrana gli occhi quando è sorpreso o quando qualcosa attira la sua curiosità, fa smorfie con la bocca per indicare che qualcosa non gli piace.