Argomenti trattati
In futuro, forse, non si dovrà più attendere che il bambino abbia compiuto i tre o addirittura quattro anni prima di fare una diagnosi di autismo. All’ospedale Burlo Garofolo di Trieste, infatti, sono stati avviati due progetti di ricerca che hanno l’obiettivo di individuare precocemente la malattia.
È una sindrome comportamentale
L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, che esordisce nei primi tre anni di vita. È caratterizzato da una compromissione delle capacità comunicative e di interazione sociale e della presenza di comportamenti, attività e interessi ripetitivi e stereotipati. I “campanelli di allarme” di questa condizione, spesso, sono presenti e riconoscibili già dai 18 mesi di vita. Tuttavia, la diagnosi in genere non viene fatta prima dei tre-quattro anni di età. In futuro, però, le cose potrebbero cambiare.
I due progetti
L’unità di Neuropsichiatria infantile del Burlo Garofolo di Trieste, in collaborazione con le Asl, sta cercando di creare dei programmi per l’individuazione e il trattamento tempestivi dell’autismo. Al momento sono stati avviati due progetti di ricerca. Il primo ha l’obiettivo di promuovere una diagnosi molto precoce del problema. L’obiettivo è individuare la malattia fra i 12-18 mesi, grazie al riconoscimento dei segnali di rischio. Con il secondo progetto di ricerca, gli esperti puntano a mettere a punto un protocollo diagnostico-terapeutico condiviso e integrato per lo screening e presa in carico precoce dei bambini, utilizzando una scala di valutazione basata sull’osservazione di alcuni comportamenti.
Prima si interviene, meglio è
Quando si tratta di autismo, in effetti, le tempistiche sono essenziali. Se la malattia viene riconosciuta e trattata per tempo, si possono ottenere risultati migliori, favorendo il massimo sviluppo possibile delle diverse competenze compromesse nel disturbo.