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La pandemia di Covid-19 non sta avendo ripercussioni solo sulla salute degli italiani e l’organizzazione del Servizio sanitario nazionale. Purtroppo, sta avendo un forte impatto anche a livello economico. Molte attività e imprese stanno arrancando e fra queste ci sono anche gli asili nido. Il risultato? La metà degli asili nido privati ha aumentato le rette. È risultato da un’indagine condotta dall’associazione dei consumatori Altroconsumo.
L’indagine su 214 strutture
L’inchiesta ha riguardato complessivamente 214 asili nido privati sparsi in tutta Italia. Più precisamente 151 a Milano, 9 a Bari, 17 a Reggio Calabria, 30 a Padova, 7 a Pescara. Solo 145 strutture hanno accettato di rispondere alle domande di Altroconsumo: le altre non hanno dato la disponibilità. L’associazione ha indagato innanzitutto sulle difficoltà sperimentate dagli asili nido in seguito allo scoppio della pandemia di Covid-19 e al lockdown. Quindi, ha chiesto ai responsabili quali modifiche avessero apportato alla struttura per adeguarla alle norme imposte dal Governo e quali soluzioni avessero adottato per far fronte ai vari problemi. Infine, hanno domandato se tutto questo abbia comportato un aumento delle rette.
Le spese sono aumentate
Ebbene, dalle risposte raccolte è emerso che gli asili nido hanno dovuto attrezzarsi in vari modi per la riapertura in sicurezza. Per esempio, molti hanno dovuto sistemare gli spazi, alcuni hanno dovuto ridurre il numero di bambini accolti, c’è chi è stato costretto a licenziare o a mettere in cassa integrazione i dipendenti, chi ha dovuto assumere nuovo personale, chi è rimasto senza stipendio. Per far fronte a tutte queste modifiche, la metà degli asili nido è stata costretta ad aumentare le rette. In media, l’incremento è stato del 6%, pari a 36 euro in più al mese rispetto all’anno precedente. Di contro, però, ci sono stati anche asili che hanno abbassato le rette: il 7% del totale. Il 43%, invece, ha mantenuto per le famiglie gli stessi costi del 2019.
18 euro in più al mese
Considerando tutte le strutture coinvolte dall’indagine, dunque, l’aumento medio è stato del 3%, che equivale a circa 18 euro al mese: dai 16 euro ai 21 euro in base alla fascia di frequenza. Per esempio, se nel 2019 una famiglia che mandava il figlio al nido fra le quattro e le sei ore al giorno spendeva 541 euro, ora ne spende 557. Per le fasce da sei a otto ore e per quelle oltre le otto ore le tariffe sono passate, rispettivamente, da 587 euro a 608 euro e da 680 euro a 696.
Milano è la città con gli asili più cari
La città con l’aumento più rilevante è stata Bari, con 45 euro in più al mese (pari al 12% rispetto allo scorso anno). Reggio Calabria, invece, è la città con l’aggravio più contenuto, di 9 euro. Tuttavia, la città in cui gli asili nido costano di più rimane Milano.