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Nel nostro Paese i bambini prendono troppi antibiotici. Questo comportamento ha diffuso quella che viene chiamata antibiotico-resistenza: ossia i batteri diventano resistenti a ogni tipologia di antibiotico con il risultato che il bambino si ammala di più e, soprattutto, guarisce di meno.
Troppi abusi
Con prescrizione pediatrica, e a volte anche senza, i genitori del nostro Paese ricorrono all’antibiotico con molta facilità e leggerezza, considerandolo la medicina placa-ansia per eccellenza. Recenti indagini hanno stimato che ben il 42% dei lattanti ha preso antibiotici e la percentuale sale al 65% per i bimbi di età compresa tra i 2 e i 5 anni.
Quando serve l’antibiotico
Uno degli errori più comuni tra i genitori è quello di ricorrere all’antibiotico anche per le infezioni virali. L’antibiotico sul virus non fa assolutamente nulla poiché agisce soltanto sui batteri, perciò riempire i bambini di farmaci antibatterici per un’influenza non farà altro che indebolirli e allungare i tempi di guarigione. Diverso il discorso per quanto riguarda la preoccupazione di una sovrainfezione batterica, come per esempio un’influenza che diventa bronchite, ma qui è soltanto il pediatra che può prescrivere una cura di antibiotico adatta.
Non esagerare con la prevenzione
I genitori italiani usano gli antibiotici per i propri figli soprattutto per le malattie dell’apparato respiratorio (raffreddori, faringiti) temendo che esse possano svilupparsi in bronchite o tonsillite. Ma spesso ciò non si verifica e questa malsana abitudine preventiva si rivela anziché utile controproducente.
Antibiotici ormai inefficaci
La Sitip, Società italiana di infettivologia pediatrica, lancia l’allarme: se si continua così, gli antibiotici finora sperimentati e in commercio non funzioneranno più poiché l’uso ricorrente ha allenato i ceppi batterici a riconoscerli e a esserne immuni. I batteri stanno diventando quindi sempre più antibiotico-resistenti.