A volte i risvegli notturni sono dovuti al bisogno del bambino di sentire la mamma vicina, al suo desiderio di recuperare il tempo che, di giorno, trascorre lontano da lei. »
Il ciuccio non va tolto, se il bambino ne trae ancora grande conforto. Si può però limitarne l'uso, riservandolo principalmente al momento del sonno. »
Aggressività, iperattività e altri atteggiamenti di ribellione possono essere la spia di un disagio che è opportuno individuare. La "cura" è rappresentata dalla disponibilità e dalla dolcezza unite a una generosa dose di pazienza. »
Anche d'inverno, nelle giornate meno fredde, il bambino può essere portato a giocare all'aperto dove può correre, saltare, tirare la palla, cioè fare il movimento di cui ha bisogno. »
Un bambino di tre anni deve sperimentare il più possibile, è bene non imbrigliarlo in un'attività strutturata, come può essere un corso di nuoto, se non ne ha voglia. Vale anche se all'inizio è stato lui a chiedere di andarci. »
E' possibile che a 8 mesi i risvegli notturni siano in relazione con l'ansia da separazione, sentimento angoscioso che nasce dalla paura di perdere la mamma. »
Non ci sono regole assolute per abituare il bambino a non svegliarsi continuamente di notte, solo strategia semplici, che però a volte possono rivelarsi risolutive. »
E' comprensibile che un bimbo che si addormenta alle otto di sera alle 4 di mattino si svegli, in quanto a quest'ora a già dormito otto ore. Per risparmiarsi levatacce bisognerebbe quindi riuscire a metterlo a nanna un po' più tardi. »
Un bambino che per addormentarsi ha bisogno di essere cullato va assecondato. Le coccole della buona notte e le vecchie, sagge ninnananne fanno bene al cuore e al cervello dei piccolini. »