A 31 mesi vuole ancora gli omogeneizzati

Dottor Stefano Geraci A cura di Stefano Geraci - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 30/08/2019 Aggiornato il 02/09/2019

Quando giuge il momento di eliminare gli omogeneizzati, basta non proporli più offrendo al bambino alternative gustose.

Una domanda di: Barbara
Vorrei chiederle un consiglio sull’alimentazione di mia figlia 31 mesi: è alta 90 cm, pesa 14 .500 gr, predilige latte di crescita a colazione, a merenda, prima di dormire e, a volte, la notte. E’ difficile farle mangiare cibi “normali”, vuole ancora omogeneizzati: cosa posso fare? Grazie.

Stefano Geraci
Stefano Geraci

Gentile signora,
la quantità giornaliera di latte che deve assumere un bambino che, come sua figlia, non ha alcun problema di sottopeso non dovrebbe superare i 500 ml, quindi la sua piccola ne introduce molto di più, addirittura il doppio, quando glielo offre di notte. Ma i pasti di latte non dovrebbero essere più di due: uno a colazione uno a merenda, va bene, dopo la cnano e neppure di notte. Un pasto di latte è infatti di per sé una cena quindi darlo dopo cena significa far cenare la bambina due volte. Per quanto riguarda i pasti notturni, già a partire dai 12-18 mesi vanno eliminati in quanto non rappresentano più una necessità dal punto di vista nutrizionale: la notte è fatta per dormire non per mangiare, questo messaggio dovrebbe essere trasmesso con estrema chiarezza ai bambini. Se di notte la sua piccola dovesse svegliarsi reclamando il latte, può provare a offrirle pochi ml d’acqua (10-15, non di più): a poco a poco perderà l’abitudine di chiedere di assumere liquidi di notte (salvo in caso di sete reale). Sempre per quanto riguarda il latte, può tranquillamente passare al normale latte vaccino fresco e intero di latteria: non c’è più bisogno di somministrare il latte di crescita a una bambina di più di due anni e mezzo. In relazione agli omogeneizzati, è corretto non proporglieli più anche perché a 31 mesi è opportuno che i pasti siano costituiti da cibo a pezzetti da masticare. Come fare? Semplicissimo: non li acquisti più e quindi non li offra più. In alternativa le consiglio di prepare pietanze che possano appagare anche il gusto: polpettine insaporite con erbette, per esempio, e una volta alla settimana mgari una frittatina al forno. Non bisogna cioè ignorare che anche il palato vuole la sua parte e che spesso i bambini rifiutano primi e pietanze insapori o comuqnue poco stuzzicanti. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimba che per addormentarsi vuole toccare i capelli della mamma: come farla desistere?

07/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Il bisogno di toccare i capelli della mamma per rilassarsi esprime anche il desiderio di un contatto intimo e stretto da cui trarre rassicurazione. Meglio non sottrarsi alla richiesta, anche quando accontentarla a volte diventa un peso.   »

Ovuli vaginali: come si inseriscono?

07/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisabetta Colonese

Prima di eseguire la manovra è bene lavare le mani con cura. Dopo l'applicazione può essere utile stare sdraiate per qualche minuto.  »

Clomifene: si può assumere in allattamento?

07/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Il clomifene, che è un farmaco che favorisce l'ovulazione, è controindicato in allattamento perché passa nel latte e gli studi compiuti non sono sufficienti per garantire la sua assoluta sicurezza per il bambino.   »

Streptococco: dare l’antibiotico “solo” per sei giorni favorisce le ricadute?

24/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

In caso di infezioni batteriche, la tendenza attuale è di ridurre la durata della terapia con antibiotico sia perché si rivela ugualmente efficace sia in quanto un trattamento breve diminuisce il fenomento dell'antibiotico-resistenza, che rappresenta una grave minaccia per la salute di tutti.   »

Fai la tua domanda agli specialisti
Le notifiche push sono disabilitate in questo browser