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È il tumore più diffuso nel sesso femminile. Ed è anche uno di quelli di cui si parla maggiormente. Merito, fra le altre cose, delle numerose campagne di informazione condotte in proposito. Eppure, ancora oggi in merito al tumore al seno esistono tanti falsi miti e molti dubbi. Per questo Alberto Luini, Co-Direttore Programma Senologia Ieo e autore dell’e-book #senonlosai, uno dei massimi esperti in materia, ha risposto alle domande più comuni delle donne.
È giusto eseguire l’autopalpazione?
Assolutamente sì. L’autopalpazione è una manovra fondamentale che permette di conoscere il proprio seno e di scoprire modificazioni non visibili a occhio nudo, che spesso sono il campanello di allarme di qualche malattia. L’ideale sarebbe ripeterla periodicamente, ogni due/tre mesi, a partire dalla giovane età (20 anni circa). In età fertile, il momento migliore per effettuarla è normalmente due o tre giorni dopo il termine del ciclo mestruale.
Se durante l’esplorazione delle mammelle non si nota nulla di anomalo si può evitare di sottoporsi ai normali controlli?
Assolutamente no. L’autopalpazione, per quanto essenziale, non può sostituire le indagini diagnostiche, le uniche in grado di individuare con precisione eventuali anomalie. Non si tratta, infatti, di un esame di diagnosi precoce del tumore al seno.
Un seno grosso è più a rischio?
No, non c’è alcuna correlazione fra dimensioni delle mammelle e rischio di sviluppare un tumore al seno. Certamente, bisogna considerare che un seno piccolo è più facilmente esplorabile, per cui in questi casi la donna può individuare con maggiori facilità aree anomale. Tuttavia, occorre tener presente che anche in un seno piccolo ci possono essere strutture mammarie complesse che possono ostacolare la palpazione.
ecografia e mammografia vanno fatte insieme?
I due esami possono essere effettuati insieme perché sono complementari: analizzano cose differenti, con metodologie diverse, per cui possono dare un quadro d’insieme più dettagliato, che può essere particolarmente utile nei casi più complessi. Tuttavia, in genere, la prima ecografia è suggerita a 30 anni, mentre la prima mammografia a 40 anni, salvo condizioni di rischio particolari.
Chi non ha casi di tumore al seno in famiglia può diradare la frequenza dei controlli?
No, la cosa migliore è sempre quella di sottoporsi a controlli annuali. Infatti, se da un lato è vero che chi ha famigliarità per tumore al seno ha una probabilità maggiore rispetto a quella media di ammalarsi a propria volta, dall’altro è altrettanto vero che il rischio è elevato anche nella popolazione generale. Meglio, dunque, seguire le indicazioni degli esperti.
Chi va regolarmente dal ginecologo deve comunque farsi visitare dal senologo?
Si tratta di due professionisti diversi. Il ginecologo è il massimo esperto dell’apparato genitale ed è in grado di analizzare le condizioni di salute della vagina e degli altri organi riproduttivi. Il senologo, invece, esamina la salute delle mammelle. Per questo, è essenziale farsi controllare periodicamente da entrambi.